MADDALENA DI CANOSSA

Fondatrice delle Figlie della Carità Canossiane

Maddalena di Canossa nasce a Verona il 1 marzo 1774 dalla nobile famiglia dei Canossa. L'8 maggio 1808 fonda, presso l'attuale Casa Madre in Verona, la prima scuola di studio e lavoro ed ottiene l'approvazione pontificia per la nascita dell'Istituto delle Figlie della Carità Canossiana.
Tutta la sua opera attinge ispirazione e poggia su due convinzioni: la prima è che la promozione morale e sociale della persona passa obbligatoriamente attraverso l'educazione e la formazione della stessa; la seconda è che occorre una particolare attenzione per garantire una pari dignità alla donna.

Maddalena di Canossa muore a Verona il 10 aprile 1835, dopo aver trasmesso la propria capacità di rinnovamento alle proprie consorelle ed aver promosso le sue convinzione in Italia e nel Mondo.

Maddalena viene beatificata a Roma l'8 dicembre 1941 ed è proclamata Santa il 2 ottobre 1998

LA SANTIFICAZIONE

Il 6 gennaio 1927 fu emesso il Decreto sulla eroicità delle virtù. Il 7 dicembre 1941 il papa Pio XII la dichiarò Beata. Il 2 ottobre 1988 fu ufficialmente proclamata Santa da papa Giovanni Paolo II.

La memoria liturgica si celebra il 10 aprile.

Durante l'omelia in occasione della canonizzazione Giovanni Paolo II disse: Santa Maddalena di Canossa amò la chiesa. Sensibile oltremodo verso le necessità dei tempi… Donò sé stessa, volle con forza la promozione nella vita sociale, della donna, di ogni donna; si dedicò alla formazione religiosa e umana della gioventù, escogitò con intelligenza le vie opportune della rinascita mediante la catechesi e l'assistenza religiosa alle famiglie. Fu veramente partecipe della missione evangelizzatrice della Chiesa.

Aveva capito che la pietà vera, che commuove il cuore di Dio, consiste nello “sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo”. Per questo si impegnò con ogni sua energia, oltre che con tutte le sue sostanze, per venire incontro ad ogni forma di povertà: quella economica non meno di quella morale, quella della malattia non meno che quella dell'ignoranza».

Il carisma di Maddalena, ora esaltato con la proclamazione della sua santità non può essere raccolto e continuato da tutti voi, con sapienza, con coraggio, con zelante dedizione, per il bene e la crescita delle vostre comunità nella fede?

Dal discorso generale di Giovanni Paolo II - udienza generale - 3 ottobre 1988 - Aula Paolo VI.

LE RADICI

Il nome di "Canossa" resta legato alla storia d'Italia e d'Europa dal secolo XI dell'era cristiana, quando la famosa contessa Matilde (1046-1115) esercitò per circa mezzo secolo la sua forte influenza politica.

I CANOSSA A VERONA

Da un ramo della famiglia "Canossa" provenne Simone, capitano di ventura o per lo meno comandante di truppe al seguito di Muzio Attendolo Sforza e poi alle dipendenze della Repubblica di Venezia.

Nel 1414 Simone acquistò in Grezzano i beni che erano stati confiscati ai Dal Verme, ribelli alla Repubblica e prese dimora in Verona. La famiglia abitò in un primo tempo nella contrada di S. Maria Antica, poi in quella di S. Cecilia; più tardi si trova in contrada di S. Pietro Incarnano e infine dal 1531 in contrada di S. Martino Aquario, cioè nell'attuale Corso Cavour, verso Castelvecchio. Nel 1529 i Canossa avevano già dato incarico a Michele Sammicheli della costruzione di un nuovo palazzo, condotto a termine poi tra il 1530 e il 1537. Da quel tempo abitarono sempre in quello stabile, che fu poi modificato con l'aggiunta di una balaustra nel secolo XVIII, quando fu anche arricchito delle pitture di G.B. Tiepolo. (Quest'opera pittorica andò rovinata durante la guerra del 1940-45).

In questo palazzo nacque e trascorse la giovinezza Maddalena Gabriella.

I Canossa di Verona ebbero già nel primo secolo della loro presenza in città la felice sorte di dare un personaggio illustre, Ludovico, vescovo di Bayeux e legato di Papi per vari incarichi, amico del vescovo Gian Matteo Giberti, morto nel 1532. Tra l'altro lasciò dei beni che servirono al Giberti per lavori di completamento della cattedrale. Il suo corpo fu sepolto nel coro della cattedrale. Fu personaggio di grande rilievo e tale da assicurare una gloriosa fama al nome della sua famiglia. Non mancarono in seguito altri membri del casato che si distinsero per relazioni sociali e per impegni assunti, tanto da ottenere nuovi feudi e titoli di nobiltà.

Il rilievo e la fama della famiglia ebbero un notevole fulgore tra il secolo XVIII e il XIX a motivo di tre personaggi insigni: la marchesa Maddalena Gabriella, il card. Luigi, vescovo di Verona e il marchese Ottavio. Certamente Maddalena ricevette vantaggi dal nome di famiglia: prima di tutto una tradizione di educazione alle relazioni sociali, alla gestione di una casa e di svariati affari; inoltre la possibilità di molte relazioni con personaggi ragguardevoli, opportunità non insignificante per tutte le sue iniziative.

Insieme la famiglia le offriva una solida tradizione religiosa, che certamente aveva bisogno, come sempre, di essere personalizzata e resa autentica da un nuovo impegno. Maddalena fece tesoro di ciò che le era stato trasmesso col nome illustre, e nello stesso tempo attuò una singolare contestazione del carattere di esteriorità in cui talvolta può esaurirsi anche la più famosa e rinomata tradizione di nobiltà.

Maddalena portò al nome della sua famiglia la grandezza della carità e del servizio assunto ed esercitato in nome di Cristo.